Dagli Appennini alle Ande, AICS e Slow Food insieme per la promozione del mangiare sano

La collaborazione tra l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e Slow Food (Terra Madre) affonda radici nel tempo e nel mondo. La terra, il dialogo, la biodiversità, il buon cibo, il cibo come prevenzione e sostegno alla cura: del corpo, dell'anima, del pianeta. I prodotti della tavola delle tradizioni come fonte di interscambio, dialogo, incontro, inclusione, sostentamento, sviluppo dei popoli. La terra come viaggio, migrazioni, ritorni. La terra come sviluppo nella stanzialità.

Progetti pensati e messi in opera dalla collaborazione tra la società civile: ong, associazioni, rappresentanti della diaspora, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità con i suoi presidi nel mondo e AICS. Una collaborazione che ha dato vita a differenti interventi, in Italia, nel continente africano, in sud America e in Europa e che ha coinvolto giovani, donne, studenti, contadini “dagli Appennini alle Ande”.

Profumi e cucina si sono intrecciati nel progetto Le Ricette del Dialogo, nella Terra del Gusto, che attraverso il filo conduttore del cibo ha promosso l'incontro, la conoscenza reciproca e la crescita sociale ed economica in seno a territorio piemontese. Attraverso il linguaggio del cibo, si è discusso di interculturalità, dell'interconnessione tra alimento e comunità da cui proviene: “l'orgoglio di identificarsi con i frutti della propria terra” e “la consapevolezza dell’essere custodi di un sapere fondamentale per la salvaguardia della biodiversità”. Il cibo come forma di racconto di viaggi e migrazioni, che fa scoprire gli uni e gli altri intorno ad un buon piatto in tavola.

Il sostengo allo sviluppo, l'occupazione giovanile come fonte di sostentamento e di riuscita per i giovani nei loro territori. Il restare anziché partire, con uno scambio di sguardi e competenze tra Nord e Sud, sono alla base della rete del progetto DiaMaSe  La diaspora senegalese e marocchina in Italia e i giovani delle zone rurali uniti per lo sviluppo dei propri paesi di origine in ambito agricolo e extra-agricolo.

La salvaguardia del patrimonio territoriale delle comunità Malesi e Madhe, sulle coste sud dell'Europa, in Albania, per garantire opportunità occupazionali attraverso il sostegno alle imprese familiari e ai servizi agrituristici è l'obiettivo del progetto, Zana e Maleve: giovani e territorio, radici di una comunità in cammino verso l'integrazione con la famiglia europea.

Sicurezza alimentare e sanità per migliorare la vita delle persone affette da HIV in Malawi, nel sud-est del continente africano, attraverso una maggiore varietà di alimenti sono alla base del progetto Grass, portato avanti con la Comunità di Sant'Egidio. La creazione di 30 food gardens comunitari, l'educazione la sicurezza alimentare, l'igiene per sviluppare la resilienza e migliorare la vita di circa 10.600 persone che vivono affetti dell'HIV.

Dall'Africa al Sud America, per valorizzare sapori e cibo sano. Il lupino di Huaylas, varietà autoctona di lupino, è al centro del progetto sviluppato in Perù. Con la creazione di un presidio Slow Food  si intende selezionare e valorizzare l’ecotipo nativo di lupino promuovendolo sul mercato locale, anche attraverso il riconoscimento di un giusto prezzo.

 Il lupino di Huaylas è ancora poco conosciuto al di fuori del territorio di origine. Per questo il Presidio intende valorizzare il prodotto a Lima e nelle altre città principali del paese promuovendolo soprattutto con la collaborazione dei cuochi e delle istituzioni locali. L’importante patrimonio gastronomico del dipartimento di Ancash, soprattutto della zona del Callejon de Huaylas, e il crescente interesse per il cibo di qualità nel paese sono canali importanti per la diffusione di questo legume e di piatti e ricette tradizionali a base di lupino.

Una lunga storia che ha visto negli anni 2000 anche lo sviluppo di diverse collaborazioni in ambito agricolo tra AICS e l'ex Istituto Agronomico per l'Oltremare (IAO) di Firenze, con la promozione di molti prodotti agro-alimentari quali il dattero dalla Libia, il caffè dal centroamerica e la frutta secca (mele e cachi) dal Pakistan.

Si apre oggi un nuovo capitolo nella ricca storia delle collaborazioni tra AICS e Slow Food, grazie al PACERSEN BIS, un progetto di sostegno alla riduzione della migrazione, attraverso la creazione di Naatangués e Waar Wi (in lingua wolof), fattorie agricole comunitarie e individuali nelle regioni ad alto potenziale migratorio. Un viaggio attraverso i sogni e le ambizioni dei beneficiari e una serie di ricette che grazie all'ispirazione di giovani chef che hanno deciso di investire nel paese, presenteranno prodotti locali con creatività e gusto.  Un Senegal che non ti aspetti, lontano dai cliché e pronto, ancora una volta, a stupire grazie alla capacità di guardare il mondo da una prospettiva diversa, che punta sulla curiosità e sul rispetto per la diversità.

Nell'ambito del progetto, giovedì 4 marzo 2021 alle 17.30 (16.30 GMT), si terrà il forum “Ndiaxass Culinari”, un interessante momento di riflessione e scambio su cucina locale, alimentazione tradizionale e nuove influenze.

Oltre al Pacersen Bis, nella cornice di Terra Madre Salone del Gusto 2021, sono state organizzate un ciclo di quattro webinar e una conferenza finale on-line destinati alla rete Slow Food nel mondo che vede coinvolta anche AICS. Questo nell'ambito del progetto: “Building capacity: corso internazionale avanzato applicativo su Giahs (globally important agricultural heritage systems)“, co-finanziato da AICS in collaborazione con il Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze e la FAO.

A cura di Viviana BIANCHESSI

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