Ginecologo, ostetrico, ecografista e blogger, Abdoulaye Diop è molto attivo e seguito sui social network con una pagina Facebook, un canale YouTube e due blog. Il suo motto è "educare le donne per educare il mondo".

Abdoulaye Diop è un medico impegnato nella promozione del benessere delle donne sia come ginecologo che come blogger. Utilizza attivamente i social network per sensibilizzare su questioni legate alla salute materna e infantile, per fornire semplici informazioni sulle principali patologie che le donne devono affrontare e per combattere pratiche nefaste come le mutilazioni genitali femminili (MGF) e violenze basate sul genere (VBG).

In quanto attivista, i social gli permettono di parlare di argomenti tabù per eradicare falsi miti e, soprattutto, fare informazione. Tra questi l'infertilità, un argomento poco conosciuto e per il quale, in Senegal, non si hanno dati ufficiali. Lo incontriamo nella boutique de Droits nel quartiere Medina, a Dakar. Ci spiega subito che in Senegal, in caso di infertilità nella coppia, sono spesso le donne ad essere accusate di esserne all’origine. Per questo motivo, spesso, vengono isolate dalla famiglia o sono costrette a divorziare o ad accettare delle co-spose.

Riguardo a questo tema, il Dott. Diop cerca di sensibilizzare la comunità su come gli uomini siano coinvolti quanto le donne. La difficoltà maggiore che incontra lavorando su questi aspetti è la resistenza da parte di alcuni uomini che, troppo spesso, rifiutano di sottoporsi ad esami specifici. È importante quindi, secondo lui, dialogare con le coppie per spiegare le cause dell'infertilità e le possibili soluzioni, come per esempio la riproduzione medicalmente assistita (PMA). Tuttavia, secondo il Dottor Diop, oltre ad essere poco conosciuta, la PMA, in Senegal, è effettuata quasi esclusivamente nel settore privato e a prezzi spesso elevati, non accessibile alla maggior parte della popolazione.

Inoltre, il Dottor Diop riceve regolarmente nel suo studio pazienti con patologie conseguenti ad aborti non sicuri (cosciuti anche come aborti clandestini), quali emorragie, dolori e, a volte, sterilità.

Le statistiche, anche se difficili da ottenere, poiché l'aborto è vietato nel paese, stimano che in Senegal nel 2020 siano stati effettuati più di 34.000 aborti non sicuri, a causa dei quali, molte ragazze e donne perdono anche la vita[1]. L’aborto clandestino è tra le principali dieci cause di mortalità di una donna nel primo trimestre di gravidanza.

Per ridurre il tasso di mortalità e morbilità degli aborti, il Dr. Diop suggerisce la necessità di un miglioramento della legge per autorizzare l’aborto medico nei casi di stupro, incesto o nel caso di un feto con una malformazione incompatibile con la vita. Anche se il Senegal ha ratificato il Protocollo di Maputo, l’aborto medico è permesso solo in caso di rischio per la vita della madre, con una procedura molto lunga e complessa che richiede l’autorizzazione di altri due medici, oltre al curante, uno dei quali scelto dal tribunale competente.

Nel quadro del Progetto di Sostegno alla Strategia Nazionale per l’Uguaglianza e l’Equità di genere (PASNEEG), finanziato da AICS, un comitato tecnico è stato istituito dal Ministero senegalese della Giustizia per proporre l’armonizzazione della legislazione nazionale con gli strumenti giuridici internazionali e regionali ratificati dal Senegal. Con il PASNEEG II, AICS sta coordinando un piano di advocacy con altri partner tecnici e finanziari per dare impulso e promuovere la revisione delle leggi discriminatorie (codice di famiglia, codice penale, codice etico) con i parlamentari e il Ministero della Giustizia e per combattere l'impunità nei casi di stupro e pedofilia promuovendo l'applicazione della legge del 10/01/2020.

Un altro grande tabù di cui parla Diop è il piacere femminile. Molte sono le donne che usano degli escamotage (a volte pericolosi per la salute) per aumentare il piacere del loro partner. Queste pratiche fanno parte del concetto senegalese di "diongué", ovvero l’arte della seduzione, che mira soprattutto a soddisfare il proprio marito, includendo, naturalmente, il piacere sessuale. Purtroppo, alcune di queste pratiche sono potenzialmente pericolose e hanno ripercussioni sulla salute delle donne, come l'inserimento di polveri, incensi, creme o piante nell’apparato genitale. L'uso di queste sostanze può portare a infezioni e/o lesioni delle mucose aumentando il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili (come l'HIV) e/o forme tumorali[2].

Il Dottor Diop, proprio per sensibilizzare su questi aspetti e che hanno conseguenze dannose sulla salute delle donne, ha lanciato l'hashtag #LeVaginNestPasUneCuisine (la vagina non é una cucina).

Il progetto "Essere Donna", finanziato da AICS ed implementato da COSPE, mira a migliorare la salute sessuale e riproduttiva delle donne nella regione di Sédhiou in Casamance sostenendole nell'esercizio dei loro diritti. I problemi legati alla salute sessuale e riproduttiva sono numerosi e riguardano la mortalità materna e infantile; le gravidanze precoci indesiderate e la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre, ancora purtroppo diffuse pratiche di mutilazioni genitali, matrimoni precoci e violenze. Le donne faticano ancora a decidere del proprio corpo e non hanno, a volte, l'autonomia per gestire le risorse economiche da destinare alla salute. COSPE è impegnata nel supporto a gruppi di donne che si occupano di sensibilizzazione sulle questioni relative al potere decisionale su salute, malattie i rischi di parti in casa, VBG e pratiche dannose su minori.

Si comincia inoltre a parlare di violenza ostetrica. Da un punto di vista culturale e simbolico, il rapporto tra chi assiste e chi è assistito è molto squilibrato. È in questo squilibrio che si stabilisce la violenza. Il Dottor Diop definisce la violenza ostetrica come tutti gli atti, le parole e i comportamenti del personale medico verso le pazienti, durante una consultazione ginecologia e/o che vanno dalla mancanza di rispetto all’abuso vero e proprio, causando un trauma nelle pazienti. Il personale medico e paramedico, conclude Diop, deve essere sensibilizzato perché, il più delle volte, non vi è consapevolezza reale del problema.

A cura di Eugenia Pisani

 

[1] https://www.ndarinfo.com/Avortements-au-Senegal-34-079-cas-recenses-en-2020_a32536.amp.html

[2] Pour plus d’info : https://ikambere.com/images/ressources/livre-pratiques-sx-ikambere.pdf

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