Il Mali è un paese senza sbocco sul mare situato nel Sahel segnato da una crescente fragilità e crisi multiforme. Questa fragilità deriva da deficit di resilienza agli shock e di governance, come i bassi investimenti pubblici e privati. La presenza e l'attivismo di diversi gruppi armati, la debole capacità dei paesi di controllare queste vaste aree sottopopolate, ha portato alla diffusione della crisi dal nord al centro del paese e alla perdita di migliaia di vite negli ultimi anni.
La crisi multidimensionale che imperversa in Mali arriva al suo decimo anno nel 2022 in un contesto caratterizzato da una transizione politica la cui traiettoria è poco leggibile con l'inizio delle sanzioni della Comunità economica degli Stati dell'Africa dell'Occidente (ECOWAS).
I principali motori della crisi rimangono gli shock preesistenti che sono i conflitti/l'insicurezza, le catastrofi naturali (siccità e inondazioni), le emergenze sanitarie e le epidemie, tra cui la pandemia COVID-19.
In termini di espansione geospaziale, la crisi continua a imperversare nelle regioni settentrionali (Taoudénit, Timbuktu, Gao, Ménaka e Kidal) e il centro del paese (Mopti e Ségou), con una diffusione crescente nelle regioni occidentali e meridionali del paese (Kayes, Koulikoro, Sikasso). Oltre a questa distribuzione territoriale, l'area di Liptako Gourma (o i “tre confini” tra Burkina Faso, Mali e Niger) diventa indiscutibilmente l'epicentro di questa multiforme crisi, a conferma quindi la transnazionalizzazione di questa emergenza umanitaria complessa.
A seguito di shock e fattori associati, 12,9 milioni di persone (contro 11,7 milioni nel 2021) sono in situazione di vulnerabilità, di cui il 52% donne e il 56% bambini, ovvero 7,5 milioni (rispetto ai 5,9 milioni del 2021) sono considerati in bisogno di assistenza umanitaria, di cui 2,4 milioni in condizioni estreme. Pertanto, il 36% della popolazione totale, cioè più di una persona su 3 ha bisogno di assistenza umanitaria.
L’Itala è parte attiva del Gruppo Esecutivo di Cooperazione, la cui funzione è facilitare l'incontro e il coordinamento degli attori diplomatici e internazionali impegnati nella Cooperazione per lo Sviluppo e l'Emergenza in Mali. Questo strumento di coordinamento favorisce l’interazione tra i diversi Partner Tecnici e Finanziari. In questa sede vengono discusse le loro strategie oltre che i temi d'attualità legati spesso alle emergenze umanitarie nel paese e le interazioni con il Governo.
L’Italia continua a seguire attivamente anche l’attuazione della Programmazione Congiunta dell’Unione Europea (2020-2024), firmata a luglio 2020, che prevede tre obiettivi principali: un miglior funzionamento dello stato, una crescita economica sostenibile e lo sviluppo del capitale umano. L’insieme ha come finalità di contribuire alla restaurazione del contratto maliano indebolito dopo molteplici anni di crisi.
AICS ha garantito finora l’allineamento dei suoi interventi e dei suoi obiettivi prioritari con gli altri attori presenti in Mali. Dal 2015 gli interventi di AICS nel Sahel hanno interessato le regioni in cui le popolazioni erano più a rischio e nelle quali era necessario contenere i flussi migratori. Il totale degli interventi in Mali arriva oggi a circa 30.000.000 €.
A partire dal 2015 AICS Dakar ha istituito un ufficio di progetto a Bamako, per facilitare le varie missioni sul terreno degli esperti in Mali e assicurare il monitoraggio delle attività in essere.