La Sierra Leone, collocata tra l’Oceano, la Guinea e la Liberia, copre un’area di 71.740 km2 e conta una popolazione di 6,6 milioni di abitanti, di cui il 42,9% vive nelle zone urbane. Il tasso di fertilità totale è calato nelle ultime due decadi, ma resta alto (5 figli per donna). Ciononostante, l’elevata mortalità infantile e materna (le più alte al mondo), la povertà endemica, la malnutrizione, insieme alla mancanza di accesso a acqua potabile, servizi igienico-sanitari e educazione, mantengono la crescita demografica bassa.
Il 60% della popolazione ha meno di 25 anni e si trova a affrontare alti tassi di disoccupazione, che è stata considerata una delle cause principali della guerra civile (1991-2002). Ad oggi, si stima che il 60% della disoccupazione giovanile sia dovuta ad alti livelli di analfabetismo, salari bassi e mancanza di lavoro nel settore privato.
La Sierra Leone è stata paese d’origine e di destinazione di rifugiati: la guerra civile ha causato lo spostamento interno di 2 milioni di persone – metà della popolazione totale – e altre 500.000 hanno cercato rifugio all’estero.
La popolazione è estremamente povera: metà dei lavoratori sono impiegati nell’agricoltura. Nonostante l’enorme ricchezza mineraria, ittica e agricola, il paese si sta ancora riprendendo dalla guerra civile, che ha fortemente danneggiato le istituzioni. Negli ultimi anni la crescita economica è stata trainata dal settore minerario – in particolare del ferro. Il paese esporta principalmente ferro, diamanti e rutilo, ma l’economia risente delle fluttuazioni dei prezzi. La dipendenza dagli aiuti esterni, protrattasi fino al 2014, ha permesso di porre le basi per una crescita socio-economica autonoma. Tuttavia, con l’epidemia di ebola (2014-2015) e il crollo dei prezzi delle materie prime, l’economia ha sofferto in tutti i settori, causando nel 2016 il peggior deficit fiscale dal 2001. Dal 2017, la fine della pandemia di ebola e l’aumento di esportazioni hanno coinciso con una ripresa della crescita economica , accompagnata da una pianificazione strategica per lo sviluppo del paese Medium-Term National Development Plan (MTNDP - 2019-2023).AICS opera in Sierra Leone prevalentemente nel settore sanitario e di emergenza; tali settori prioritari per la strategia di sviluppo della Paese si integrano con quelli delle altre cooperazioni presenti nel paese.
La Cooperazione italiana ha partecipato attivamente all’impegno per il sostegno della pace, della ricostruzione e dello sviluppo sociale ed economico della Sierra Leone. A livello finanziario ha partecipato all’impegno internazionale per il mantenimento delle forze di pace dei paesi nella regione (ECOMOG), al finanziamento della missione UNAMSIL e al programma della Banca Mondiale per il disarmo, la smilitarizzazione e la reintegrazione degli ex-combattenti. Inoltre, ha contribuito a sostenere l’attività del Tribunale speciale per la Sierra Leone e l’attività di assistenza alla popolazione infantile post-guerra civile.
Inoltre, durante la crisi sanitaria dovuta all’epidemia da virus Ebola del 2014-15 sono stati stanziati fondi per inviare personale medico, medicine e attrezzature, e fornire supporto al coordinamento e alla logistica. Attraverso iniziative bilaterali e promosse da ONG italiane nel Paese sono state finanziate attività di cura, prevenzione e formazione, nonché di sostegno alle strutture sanitarie di consolidamento della capacità di diagnosi, trattamento, e contenimento dell’infezione da virus Ebola.
Più recentemente, per contribuire alla prevenzione di future emergenze sanitarie, sono stati approvati contributi sul canale bilaterale e multilaterale per rinforzare il sistema sanitario e la regolamentazione sanitaria nel Paese.