Come non festeggiare la settimana dedicata all’Africa appena conclusa con una bella notizia pensando a un futuro più roseo per il continente africano, proprio grazie alle donne? Il 9 maggio scorso, per la prima volta nella storia della repubblica maliana, l’Assemblea nazionale costituita dopo le votazioni dello scorso 29 marzo e del secondo turno del 19 aprile, ha visto l’elezione di 42 donne su 147 deputati. Un record e una vittoria. Le donne costituiscono ora il 28,57% dell’Assemblea della sesta legislatura contro il 9,50% della precedente, dove erano solo 14.
La più giovane tra le deputate elette è Salimata Traoré, universitaria e orfana di 26 anni. Ospite a casa di uno zio, è stata eletta nel suo comune natale, Segou, a nord-est di Bamako, sulla lista del partito “Alliance démocratique pour la paix” (ADP-Maliba).
Le donne avranno da oggi un peso più ponderale nella partecipazione al voto di progetti di legge e di interrogazioni dei governanti sulla gestione del paese, con un occhio particolare alle leggi che toccano da vicino il mondo femminile. Lo stesso Ministro della Promozione della Donna, della Famiglia e dell’Infanzia, Diakité Aissata Kassa Traoré, ha dichiarato che questa rappresentatività delle donne potrà avere un impatto positivo sulle questioni legate alle violenze di genere, sul matrimonio precoce e sulle mutilazioni genitali femminili.
Ricordiamo che in Mali una donna su quattro è vittima di violenza e che nel 2019 gli incidenti legati alle violenze basate sul genere (VBG) sono aumentati del 57% rispetto al 2018, secondo le statistiche nazionali. Nel sistema di informazione relativo alle VBG sono stati registrati 2143 casi, di cui il 98% ha come vittime donne e ragazze (fonte UNFPA). Secondo la Ricerca demografica e di Sanità-Mali (EDSM, VI, 2018) la metà delle donne (49%) di età compresa tra i 15 e i 49 anni ha subito almeno un atto di violenza emozionale, psicologica, fisica o sessuale nel corso della vita. Il 68% delle donne che ha subito violenza fisica o sessuale non ha mai chiesto aiuto o parlato della violenza con nessuno. Lo studio indica anche un tasso di matrimoni precoci preoccupante, il 15% delle donne tra i 25 e i 49 anni risulta infatti essersi sposata prima dei 15 anni mentre il 53% prima dei 18. L’89% delle donne tra 15-49 anni e il 73% delle ragazze tra 0-14 anni ha subito una mutilazione genitale.
Una proposta di legge contro le VBG è purtroppo ferma da alcuni anni. Lo stesso Ministro della Promozione della Donna, della Famiglia e dell’Infanzia, durante i 16 giorni di attivismo contro le VBG nel dicembre 2019, ha affermato che tale proposta merita d’essere rivista per essere integrata con nuove disposizioni come quelle relative al femminicidio. Il suo dipartimento e i partner della società civile hanno constatato una recrudescenza di violenze fisiche, sessuali o psicologiche verso le donne soprattutto in un contesto di conflitto armato, dove lo stupro collettivo risulta una pratica ricorrente, così come i matrimoni precoci, le mutilazioni, le uccisioni o la schiavitù sessuale.
Le deputate appena elette si troveranno a dover lavorare in un contesto complesso e delicato ma anche grazie al loro vissuto ricco di esperienza, potranno fare la differenza e far sentire la voce delle donne laddove questa è ancora poco considerata.
Accanto a loro e alle donne della società civile, vi è la costante presenza delle differenti cooperazioni internazionali presenti in Mali che, grazie ad un lavoro costante e all'impegno, incrementano progetti per l’empowerment femminile. L’obiettivo è sviluppare il potere decisionale delle donne affinché possa contribuire ad un cambiamento significativo della loro attuale condizione. In questo quadro si inscrive il progetto finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) Élimination des violences basées sur le Genre au Mali à travers une approche holistique et intégrée d’offre de services de qualité au niveau national che mira all’eradicazione di tutte le forme di violenza basate sul genere.
A cura di Claudia Berlendis