In Senegal molti sono stati i progressi in termini di uguaglianza di genere, eppure permangono altrettante sfide. Il PASNEEG, Progetto a Sostegno della Strategia Nazionale Senegalese per l’Uguaglianza di Genere, finanziato dalla Cooperazione italiana, ha supportato dal 2015 le istituzioni e la società civile senegalese nella ricerca di soluzioni efficaci e sostenibili per le donne di questo paese.
A poche settimane dalla fine del progetto una missione di monitoraggio della sede di Dakar dell’Agenzia Italiana per Ia Cooperazione allo Sviluppo (AICS) , si è recata a Thiès, una delle 5 regioni di svolgimento dell’iniziativa insieme a Kaolack, Kolda e Sedhiou, e Dakar per parlare con partner e beneficiari, osservare i risultati e comprendere le problematiche ancora presenti.
La prima tappa è la Boutique de Droit, uno spazio di accoglienza, orientamento e accompagnamento delle donne e ragazze nella difesa e affermazione dei loro diritti. L’Associazione delle Giuriste Senegalesi (AJS), grazie al supporto del PASNEEG ha potuto mettere a disposizione delle esperte per offrire servizi giuridici gratuiti e opportunità di mediazione su varie tematiche, in particolare divorzi e violenze domestiche. Qui incontriamo la giurista coordinatrice della Boutique e una commissaria di polizia che ha ricevuto una formazione sulla gestione dei casi di violenza di genere. Lo sportello di Thiès, la seconda città più popolata del Senegal, si trova all’interno del CEDAF, il Centro dipartimentale di assistenza e formazione, e proprio questa città è stata scelta per avviare una fase pilota di accompagnamento economico per donne vittime di violenza. Possiamo così verificare la creazione di un pollaio, di spazi per l’orticultura e di una mini pasticceria finanziati grazie al progetto e gestiti ora da donne e ragazze della comunità.
È il momento poi degli scambi con alcune delle beneficiarie dei servizi della Boutique de Droit, e successivamente di corsi per l’avvio di attività generatrici di reddito. L’altra faccia della medaglia, quella fatta di sofferenze e di diritti negati, ma anche di coraggio e voglia di riscatto, di giustizia. Una ragazza che, dopo aver denunciato una violenza domestica, ha seguito una formazione in riparazione di telefoni e che incontriamo nel piccolo negozio affollato di clienti che condivide con un collega. Una donna che, dopo una terribile esperienza di sequestro da parte del marito, ora si occupa orgogliosamente del suo pollaio, grazie al quale ha ottenuto una indipendenza economica. Infine, una giovane madre che ha coraggiosamente denunciato l'ex marito, autore, a sua insaputa, di violenze sessuali sulla figlia, minorenne. Oggi, con il supporto del progetto e l’acquisto di un frigorifero, vende succhi di frutta per rialzarsi dopo questa ferita. L'ex marito è in carcere in attesa di giudizio. Rischia fino a dieci anni di carcere.
Tre donne tra le oltre 1700 che si sono rivolte allo sportello di Thiès dalla sua apertura nel gennaio 2017 che hanno potuto ottenere un accompagnamento qualificato per problematiche troppo spesso taciute e normalizzate. Le sfide rimangono, inclusa quella di ampliare i servizi delle Boutiquese di assicurarne una completa sostenibilità nei prossimi anni, ma il cammino delle donne senegalesi verso l’uguaglianza è cominciato, e la loro tenacia mostra che non si arrenderanno facilmente.
A cura di: Giada Cicognola
UNDESA Fellow