Campagna di presa in carico di donne affette da fistole vaginali a GAO, Mali – “Ridare un sorriso e una vita normale alle donne”

In un contesto così difficile come quello maliano attuale e nell’ambito del programma finanziato da 3 anni dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo di Dakar all’UNFOA che a Gao, la sesta regione amministrativa del Mali con 728.549 abitanti, si è organizzato con successo una campagna per curare le donne affette da fistola.

Con il sostegno dell'UNFPA e pilotata dalla Direzione Regionale della Sanità e dai suoi partner, in particolare l'Ospedale Regionale e l'ONG GREFFA, si è organizzata una campagna di presa in carico di trenta donne affette da fistole ostetriche.

Le donne che si sono sottoposte all'intervento chirurgico e hanno ricevuto dei kit di aiuto dall'UNFPA e durante questo percorso, alcune di esse hanno trovato il coraggio di raccontare le loro storie, di come hanno contratto la fistola e di come venivano trattate in seno alla loro comunità.

H.M. ha 16 anni ed è divorziata. H.M. vive a Temera, un comune di Bourem, a 160 km da Gao. Seconda moglie, ha sviluppato una fistola vaginale dopo un parto difficile di un bambino nato morto. Da allora non è più riuscita a controllare l'urina, diventando lo zimbello della famiglia, evitata e trascurata da tutti e soprattutto da suo marito, il quale avendo notato il flusso continuo di urina, le disse di considerarsi divorziata. Dopo la guarigione sogna di dedicarsi a una piccola attività commerciale per potersi mantenere.

A.A. ha 18 anni è sposata, vive ad Ansongo, a 100 km da Gao, e ha partorito da tre mesi. Ha sviluppato una fistola dopo aver partorito il suo primo figlio. Prima di allora non aveva mai ricevuto consigli sulla gestione della gravidanza, né tantomeno sulla pianificazione familiare. Suo marito, muratore, non l’ha sostenuto durante questa prova, ma è stata sua madre ad accompagnarla a Gao e a rimanere con lei durante l’operazione. Dichiara di non aver mai ricevuto consigli o informazioni sull'importanza delle visite pre e post parto.

La fistola ostetrica è una patologia materna che crea problemi di salute devastanti per le donne. La fuoriuscita continua e incontrollabile di urina o feci dalla vagina può portare a una stigmatizzazione che cambia la vita delle donne nei Paesi del terzo mondo. I fattori alla base e le conseguenze di questo problema non sono ancora completamente identificati e adeguatamente documentati in Mali.

L'OMS ha definito le fistole vaginali come "la conseguenza più drammatica di un parto trascurato". Le fistole vaginali sono molto diffuse nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto nei Paesi dell'Africa sub-sahariana e dell'Asia meridionale, dove la cultura sociale incoraggia il matrimonio in giovane età e, in molti di questi casi, la prima gravidanza segue subito dopo il matrimonio. Prima dell'età matura, il bacino di una donna non è completamente sviluppato e la malnutrizione cronica può anche limitarne ulteriormente le dimensioni.

Molto spesso, le donne colpite da fistola ostetrica sono abbandonate dai mariti, che non sopportano l'odore dell'urina, vengono stigmatizzate dalla comunità, debilitate fisicamente e persino incolpate della loro condizione. L'isolamento sociale e l'abbandono spesso hanno poi la conseguenza a portare la donna a una bassa autostima, alla depressione e a un trauma emotivo prolungato.

Le informazioni provenienti da varie pubblicazioni mostrano che la fistola ostetrica sembra essere legata ad alcuni fattori socio-economici e culturali, tra cui la giovane età al momento del matrimonio, la povertà e l'analfabetismo, il fatto di vivere in aree rurali e la mancanza di cure ostetriche di emergenza. La fistola ostetrica ha gravi conseguenze sociali ed economiche sulla vita di queste donne e i principali fattori di rischio per la fistola ostetrica includono l'età precoce della gravidanza, la bassa statura, l'analfabetismo, la povertà, la mancata assistenza prenatale e il luogo di residenza rurale o la lontananza da una struttura sanitaria.

La fistola ostetrica rimane un grave problema di salute pubblica nei Paesi in via di sviluppo, dove il travaglio ostruito non assistito è comune e la mortalità materna è inaccettabilmente alta. È una tragedia nei Paesi in via di sviluppo a causa dell'analfabetismo, della povertà, dell'ignoranza e della mancanza di strutture sanitarie. La fistola ostetrica è una condizione prevenibile e curabile, ma nei Paesi in via di sviluppo rimane una condizione non trattata e, ad esempio, il Mali è uno dei Paesi in via di sviluppo con scarsa assistenza sanitaria materna e un'alta prevalenza di fistola ostetrica

 Le tipiche pazienti affette da fistola in Mali sono giovani contadine che si sposano in tenera età con agricoltori con scarsa o nulla istruzione. Alle ragazze vengono affidati compiti pesanti in casa e sono scarsamente istruite, non hanno accesso ad alcuna istituzione sanitaria durante la gravidanza e durante il travaglio sono spesso aiutate dalle donne del villaggio a partorire in casa e spesso capita che partoriscano un bambino morto dopo essere stato in travaglio per giorni.

AICS, con UNFPA e altri partner, contribuisce a lottare contro questa patologia in un paese come il Mali dove il numero di donne a rischio di fistola ostetrica è compreso tra 1804 e 2405 ogni anno.

L’obiettivo che AICS condivide con UNFPA è creare un mondo in cui ogni gravidanza sia desiderata e ogni nascita sia sicura. Un mondo in cui ogni giovane realizzi appieno il proprio potenziale e questo programma ne è un esempio concreto e reale.

Redazione:  Claudia Berlendis

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