AICS finanzia 52 imprese della diaspora attraverso il programma PLASEPRI/PASPED

Una giornata importante quella del 9 marzo scorso per la cooperazione fra Italia e Senegal all'insegna delle opportunità per la diaspora senegalese che ha deciso, nel corso del 2021 attraverso il bando europeo « Investo in Senegal », di investire nel proprio Paese di origine. Alla presenza dell'Ambasciatore d'Italia, M. Giovanni Umberto de Vito, del Capo della Cooperazione della Delegazione dell'Unione europea di Dakar, Mme Dorota Panczyk, del Delegato generale all'imprenditoria rapida, M. Papa Amadou Sarr, del Direttore di AICS Dakar, M. Marco Falcone e della vice-Direttrice di AMREF Mme Roberta Rughetti, gli imprenditori e le imprenditrici della diaspora che sono stati accompagnati e finanziati nell'ambito del programma PLASEPRI/PASPED hanno partecipato alla cerimonia di firma dei contratti di sovvenzione.

Sono 52 i progetti ammessi al finanziamento (sovvenzionati da AICS/PASPED fino a 30.000 EUR) per un valore complessivo di 1 122 000 EUR, in sei regioni. Una nuova generazione della diaspora quella che si affaccia a questo tipo di opportunità: donne e uomini ingegneri, agronomi, economisti aziendali, artigiani del legno made in Italy, sono solo alcuni dei profili e delle competenze coinvolte attraverso l'opportunità « Investo in Senegal » e che ieri sono arrivati alla conclusione del percorso di selezione firmando i contratti di sovvenzione con AICS Dakar nell’ambito del programma PLASEPRI/PASPED.

Alcuni numeri raccontano più di tante parole questa opportunità : il 23% delle imprese beneficiarie sono costituite da soci che hanno meno di 35 anni ; il 46 % da donne e il 67% degli imprenditori e delle imprenditrici ha un livello di formazione universitario o, comunque, un diploma di formazione professionale.

Una nuova generazione della diaspora, quindi, che ha raccolto una vera e propria sfida tra i due Paesi e che costituisce, allo stesso tempo, un ponte tra due mondi che hanno avuto la capacità, in questa bella esperienza, di valorizzare positivamente la collaborazione tra istituzioni, società civile, settore privato sia in Italia che in Senegal.

di Francesco Mele
Esperto co-sviluppo e impiego giovanile PASPED

L’impegno di AICS a promuovere la parità di genere attraverso la lotta alle Mutilazioni genitali femminili in Africa Occidentale

Oggi, 6 febbraio, si celebra la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), un fenomeno che è diffuso soprattutto in Africa, ma presente in tutti i continenti.  Le MGF, secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), sono tutti quei procedimenti che comportano la parziale o totale rimozione dei genitali femminili esterni, o altre lesioni agli organi genitali femminili per ragioni diverse da quelle mediche. Tali pratiche hanno serie conseguenze sulla salute delle donne nel corto e nel lungo termine: al di là del dolore e del trauma psicologico – che può indurre a patologie come il disturbo post traumatico da stress –, si aggiungono il rischio di infezione e setticemia che possono condurre al rischio di perdita del piacere sessuale e/o dolore nell’avere rapporti, problemi urinari, complicazioni durante il parto ed infertilità e in alcuni casi, morte.

Nell’Africa dell’Ovest, varie convenzioni sono state adottate per bandire tali pratiche, ma ancora una media del 50% delle donne le subisce[1].  In Senegal e Gambia esiste anche una legislazione nazionale che vieta le MGF. Ciononostante, rispettivamente il 24% in Senegal (EDS 2017) e il 73%  delle donne in Gambia (DHS 2019-2020) hanno subito la rimozione –parziale o totale – del clitoride. In altri casi, come in Mali, dove non esiste una legislazione nazionale, nel 2017, la percentuale ha superato il 90% delle donne tra i 15 e i 49 anni.[2]

L’AICS Dakar, attraverso i suoi progetti a livello regionale, promuove l’uguaglianza di genere, l’empowerment femminile e l’eradicazione della violenza contro le donne e le ragazze.

In Mali, finanziando UNFPA, l’AICS vuole porre fine alla violenza contro le donne: grazie a questo intervento, nel 2022, è previsto che 100 comunità abbandoneranno le pratiche di MGF.

In Gambia, tramite il progetto PAPEV, l’AICS promuove la protezione dei diritti dell’infanzia attraverso un programma regionale volto a rafforzare i meccanismi di coordinamento tra i paesi dell’Africa dell’Ovest, per tutelare i bambini e le bambine con anche attività di sensibilizzazione riguardanti le MGF.

In Senegal AICS appoggia sia il governo, nella messa in pratica della strategia nazionale d’uguaglianza di genere - PASNEEG II -, sia l’ONG Cospe con il progetto Essere Donna a Sedhiou. Entrambi gli interventi ricorrono alla sensibilizzazione comunitaria, tramite campagne radio, spot teatrali ed eventi comunitari. Queste azioni coinvolgono leader religiosi e comunitari, reti di giovani, giornalisti e membri della società civile nelle regioni meridionali di Sédhiou e Kolda – che sono tra quelle con i più alti tassi di MGF (pari rispettivamente a 75,6 e 63,6%). La collaborazione con il Ministero della donna della famiglia, del genere e della protezione dell’infanzia (MFFGPE) fa sì che gli esperti AICS partecipino alla validazione politica della Strategia Nazionale per l’abbandono dell’escissione (2022-2030) e del suo piano d’azione (2022-2027).

Per i 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere (dal 25 novembre al 10 dicembre), l’AICS, in partenariato con la Delegazione dell’Unione Europea, il Canada, UNICEF, ONU Femme, si è impegnata in una campagna contro gli stereotipi di genere, commissionando ritratti di vari attivisti, tra cui Hyacinthe Coly, Segretario esecutivo del Réseau de jeunes pour la promotion de l’abandon des mutilations génitales féminines et de mariages des enfants.

In conclusione, AICS si impegna con un approccio olistico per raggiungere la parità di genere e porre fine alla violenza contro le donne. Ciò non può essere raggiunto senza un serio impegno a porre fine alle MGF, per cui la strategia adottata è da un lato, la sensibilizzazione a livello comunitario e dall’altro, l’advocacy a livello nazionale.

Livia Cesa

[1] OECD, 2018, Selon une nouvelle étude de l'OCDE, la lutte contre les institutions sociales discriminatoires profitera aux économies ouest-africaines, https://www.oecd.org/fr/csao/infos/lutte-contre-institutions-sociales-discriminatoires-profitera-aux-economies-ouest-africaines-etude-ocde.htm

[2] Andro, A. & Lesclingand, M. (2017). Les mutilations génitales féminines dans le monde. Population & Sociétés, 543, 1-4. https://www.cairn.info/revue-population-et-societes-2017-4-page-1.htm?ref=doi

Khaira Thiam

 

Dialoghi di attivismo con Khaira Thiam, psicologa clinica senegalese, specialista in patologia psichiatrica e criminologia clinica, attivista femminista. Dopo aver completato i suoi studi e una parte della sua carriera professionale in Francia, da 5 anni è tornata in Senegal dove ha il suo studio di psicoterapeuta e dove lotta quotidianamente per i diritti delle donne.

Come psicoterapeuta, la Dott.ssa Thiam lavora molto sulle conseguenze della violenza psicologica, un tipo di violenza che è difficile da individuare, soprattutto nelle sue fasi iniziali, ma che è riconoscibile a seguito dei danni che produce, siano essi psicologici, fisici o emotivi.

In Senegal, tra agosto e dicembre 2020, nelle quattro Boutiques des droits di Dakar, Thiès, Kaolack e Kolda sostenute dai progetti PASNEEG I e PASNEEG II, grazie all'Associazione delle giuriste senegalesi (AJS) sono state effettuate 3.253 consulenze legali, di cui 156 per casi di violenza psicologica. In collaborazione con l’AJS e con il sostegno dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, le Boutiques des droits sono state create per promuovere e proteggere i diritti della popolazione più vulnerabile fornendo gratuitamente supporto legale e giudiziario e assistenza psicosociale.

Nonostante sia complesso dare una definizione specifica e assoluta della violenza psicologica, in quanto è una violenza che dipende anche dal soggetto che la subisce, la Dott.ssa Thiam precisa che questa forma di violenza si ritrova sistematicamente nelle situazioni di abuso, che sia da parte dei genitori, in un rapporto di coppia, sul lavoro, tra amici, per strada, ecc. ....

Secondo Thiam, un esempio pratico e molto comune di violenza psicologica in Senegal è rappresentato dal carico mentale che le donne devono sopportare quando decidono cosa indossare in pubblico. Il modo in cui si vestono può farle sentire a disagio per la strada a causa di molestie, catcalling e rischio di aggressioni. Per questo motivo, ogni donna ha un approccio diverso che influenzerà il suo comportamento: c'è ad esempio chi preferisce indossare il velo per sentirsi più protetta (senza avere una vera motivazione religiosa), chi usa i vestiti come segno di protesta e chi preferisce non uscire ed evitare gli spazi pubblici.

In questo senso, la società senegalese non comprende appieno le ripercussioni che subiscono le donne vittime della violenza e del patriarcato. “Siamo in una società che permette agli uomini, tramite il loro sguardo, di classificare le donne: è una donna facile, è una brava ragazza. Sono gli uomini che lo dicono, non le donne che si autodeterminano”, spiega Thiam, aggiungendo che “questa violenza psicologica segue lo stesso meccanismo della colonizzazione: gli uomini colonizzano lo spazio pubblico, occupano lo spazio psicologico delle donne e, di conseguenza, la loro salute mentale”.

Inoltre, nel suo ruolo di psicologa clinica, la Dott.ssa Thiam nota come raramente sia riconosciuto l’impatto fisico della violenza psicologica, sia per gli uomini che per le donne. In Senegal ci sono molte persone che vivono con un disturbo somatico (mal di schiena, emicranie, stitichezza, ecc.) che ha un’origine psicologica.

Per questo motivo, Thiam non ama il termine "violenza di genere" perché questo termine riduce troppo la portata della questione.

Per esempio, quando si parla di violenza coniugale, bisogna anche prendere in considerazione gli effetti della violenza sui figli della coppia che, a un certo punto, possono riprodurre il comportamento del/della maltrattante o del/della maltrattato/a o sviluppare tutta una serie di problematiche conseguenti. La violenza domestica si manifesta in modi diversi.

Un altro esempio è l'incesto. Oggi in Senegal, come in altri paesi europei, non esiste una legge specifica che regoli i casi di incesto. Il codice penale regola lo stupro e la pedofilia (articolo 320) ma non l'incesto: uno stupro che può avvenire solo nel contesto famigliare.

L'incestualità, in psicologia clinica e psicoanalitica, è un'atmosfera in cui gli spazi personali non sono ben definiti, le intimità non sono rispettate, il corpo dell'altro è permanentemente disponibile. Oggi in Senegal l'incesto non è preso in considerazione nel codice penale né nelle politiche relative all'infanzia e questo ha delle ripercussioni sul benessere psicologico degli adulti di domani.

Inoltre, la violenza psicologica colpisce sia gli uomini che le donne. Dei 156 casi di violenza psicologica trattati dalle Boutiques des droits, 23 riguardano uomini. Negli ultimi 20 anni, con lo sviluppo delle strutture economiche, il contesto sociale senegalese è cambiato molto, spostandosi verso l'individualismo a scapito del concetto di "grande famiglia". Se da un lato, i senegalesi vivono da soli e hanno perso le comodità delle grandi case famigliari (un posto dove stare, cibo, condivisione di responsabilità e spese economiche), dall'altro, la solitudine ha rafforzato le forti pressioni provenienti dalla famiglia estesa. Queste pressioni e aspettative possono causare molta frustrazione e scatenare comportamenti aggressivi e problemi di dipendenza: il Senegal è il quarto paese dell'Africa occidentale per consumo di alcol, e le droghe (marijuana, cocaina, LSD, “droga dello stupro”) sono molto diffuse tra i giovanissimi. Ci sono anche altri comportamenti additivi che sono tabù, soprattutto se sono gli uomini a commentarli, come l'ipersessualità che ha conseguenze come lo sconforto, gravidanze precoci e l’infanticidio.

A tal fine, è sempre più urgente promuovere l'adozione da parte delle comunità di atteggiamenti, comportamenti e pratiche favorevoli alla non discriminazione, alla lotta contro le disuguaglianze e alla salvaguardia dell'integrità fisica e psicologica delle popolazioni, comprese le donne e le ragazze.

Per questo motivo, il governo italiano continua la sua collaborazione con il Senegal nell'attuazione della Strategia Nazionale per l'Equità e il Genere 2016 - 2026 (SNEEG). Con la prima fase del progetto PASNEEG I (2015-2019), si sono registrati importanti risultati nel rafforzamento e nella creazione delle cinque Boutiques des droits in partenariato con l'Associazione delle giuriste senegalesi (AJS) nelle regioni di Dakar, Thies, Kaolack, Kolda e Sédhiou e nell’applicazione del gender budgeting. Con il PASNEEG II, l’Italia e il Senegal vogliono capitalizzare e modellare le buone pratiche realizzate con la prima fase del progetto. La collaborazione prevede, tra l’altro, l'armonizzazione delle disposizioni di alcune leggi e regolamenti nazionali con gli impegni internazionali che il Senegal ha sottoscritto e il sostegno al cambiamento delle norme e dei modelli sociali e culturali che legittimano la discriminazione, la violenza e le pratiche tradizionali dannose contro le donne e le ragazze.

A tal fine, la Dott.ssa Thiam ha sottolineato l'importanza di mettere la questione dei diritti delle donne al centro del discorso politico attraverso l'azione di rappresentanti femminili negli organismi politici. Anche se il Senegal ha fatto progressi significativi in termini di partecipazione politica grazie all'adozione della legge sulla parità (2010), che ha contribuito a rafforzare la leadership delle donne nell'assemblea nazionale e nelle comunità locali, la parità è ancora lontana dall'essere raggiunta. Per esempio, dei 557 comuni del paese, solo 13 sono amministrati da donne e la loro azione è spesso limitata alla mobilitazione dei sostenitori o alla conduzione di comizi, quindi ben lontano da dove si decidono le strategie politiche. L’approccio " women voice " è uno dei pilastri delle linee guida (2020-2024) della cooperazione italiana per l'empowerment delle donne, che mira a porre le donne e le ragazze al centro dei processi decisionali per promuovere un cambio di paradigma in tutti i settori dello sviluppo sostenibile.

A cura di Eugenia Pisani

Ndiaxass culinari: un viaggio fatto di immagini, sapori e persone per scoprire il Senegal attraverso i piatti di sei chef

Senegal: sei prodotti del territorio, sei chef residenti nel paese, sei ricette che mescolano tradizione e nuove influenze. Questi gli ingredienti di «Ndiaxass culinari», un progetto di comunicazione internazionale realizzato nell’ambito del programma di cooperazione delegata, Pacersen Bis.

Ndiaxass, in wolof, significa, “mix, patchwork”, tasselli di diversa natura che danno vita a risultati unici, nuovi. Il progetto ha voluto dare voce al Senegal odierno, fatto di storie e persone provenienti da orizzonti ed esperienze differenti ma unite dalla voglia di riscoprire le tradizioni, creando e innovando. Un paese in movimento, al centro certo di innumerevoli sfide, ma che vuole mostrarsi in tutta la sua prorompente energia.

Fonio, melanzana amara, tamarindo, bissap, farina di arachidi sono solo alcuni dei protagonisti di questo viaggio in sei puntate per parlare di sostenibilità, agricoltura, esperienze migratorie e professionali, valorizzazione del territorio, progettualità.

Bounama Coulibaly è chef in una struttura nota del Sine Saloum, regione molto amata sia dai senegalesi che dai turisti. Una vita dedicata alla passione per la cucina, alcune esperienze professionali in altri paesi africani e la voglia di presentare ai clienti i piatti tipici della tradizione.

Omar Ngom ha vissuto, invece, a cavallo tra Senegal e Italia, dove ha imparato il mestiere di cuoco. Un amore, il suo, per il dettaglio, la precisione, per un gusto, oltre che culinario, estetico. Da qualche anno Omar è tornato a Dakar dove ha voluto fare tesoro della sua esperienza, proponendo piatti della tradizione italiana rivisitati con prodotti del territorio.

Alessandro Merlo è uno chef italiano, formatosi in grandi capitali del mondo e che da anni vive in Senegal. Per lui la parola d’ordine è l’eccellenza. Un’eccellenza che passa dalla qualità dei prodotti e del servizio. Nella puntata a lui dedicata ha voluto presentare un piatto che è l’incontro di due ingredienti tipici della cucina senegalese e italiana, lo jaxatu (melanzana amara) e la mozzarella di bufala.

Hitomi Saito è una chef giapponese formatasi a Parigi e ora residente a Dakar. La sua è la storia di una passione e di un costante miglioramento. La sua cucina, salutare e semplice, si basa su prodotti del territorio a cui aggiunge la sapienza di alcuni ingredienti del suo paese d’origine, il Giappone.

Tamsir Ndir è considerato un’istituzione, a Dakar. Chef e animatore culturale, racconta con emozione il suo percorso per diventare chef, nonostante le reticenze familiari. Racconta le esperienze e anche i fallimenti, i viaggi e il desiderio di tornare in patria. Un percorso che gli ha permesso di diventare tra gli chef maggiormente apprezzati del panorama senegalese, soprattutto per il suo impegno nel valorizzare una cucina tradizionale, ad immagine di quella della madre.

Ad accompagnarci in questo viaggio culinario e umano, Raoul Coly, chef e animatore TV. Lo chef Coly conduce una trasmissione intitolata “Rendez-vous” su Canal Plus Afrique e dedicata alla scoperta dei differenti paesi africani attraverso le loro tradizioni culinarie.

Ndiaxass culinari al di là di presentare persone che fanno cose, piatti della tradizione e prodotti locali, vuole sradicare i più comuni stereotipi legati al continente e che condizionano spesso un immaginario poco realista. Il progetto vuole contribuire, con immagini e contenuti nuovi, alla costruzione di quel concetto di afro-responsabilità spiegato magistralmente da Hamidou Anne in Foo Jem.

Ndiaxass culinari è stato lanciato nell’ambito della scorsa edizione di Terra Madre, Salone del gusto.

A cura di Chiara Barison

PASPED: 1400 contratti di stage stipulati nel 2021 per promuovere la creazione di lavoro e impiego stabile

Il progetto PASPED, finanziato dall'Unione europea e attuato dall'AICS Dakar, mira a sostenere il settore privato e la creazione di posti di lavoro in Senegal nelle regioni di Dakar, Diourbel, Thiès, Kaolack, Louga e Saint-Louis. Dal suo inizio nel 2019, il team del progetto ha stabilito dei partenariati cercando una collaborazione con i servizi governativi decentralizzati. Nell'ambito della componente 3, che mira all'integrazione professionale dei giovani formati, è stato firmato un accordo di 15 mesi con le Agenzie Regionali di Sviluppo (ARD) nelle sei regioni interessate. Questa collaborazione ha permesso l'attuazione di un sistema di incentivi per la creazione di posti di lavoro sotto forma di sovvenzione di quasi 1.400 contratti di stage di durata compresa tra sei e dodici mesi, con 516 MPMI. Le ARD hanno svolto un ruolo essenziale nell'analisi dei bisogni delle imprese in termini di risorse umane e nella preselezione dei candidati, che sono stati assunti secondo la loro formazione e i profili richiesti, in vari settori economici. Questo lavoro di incontro tra domanda e offerta di lavoro ha beneficiato molto della dimensione territoriale delle ARD attive nelle sei regioni. L’iniziativa, la cui prima fase si è conclusa il 30 novembre 2021, è complementare alle azioni dello Stato senegalese volte a migliorare le politiche dell’impiego in un’ottica di decentramento territoriale, così come al Programma di emergenza per l’impiego e l’inserimento socio-economico dei giovani. Il mese di marzo 2022 vedrà l’inizio di una nuova fase per permettere l’inserimento professionale di circa 800 giovani uomini e ragazze formati. Negli ultimi mesi, una più forte sinergia con il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Impiego ha permesso di definire un quadro di collaborazione per lo svolgimento di attività di sensibilizzazione sulla cultura del lavoro dignitoso, formale e ben retribuito, e sui benefici della formalizzazione delle imprese, e per definire le modalità in cui AICS potrà sostenere la nuova strategia di decentralizzazione delle politiche dell’impiego dello Stato senegalese. Questo è in linea con gli sforzi dell'AICS Dakar e del governo senegalese per mettere in atto politiche coordinate ed efficaci per promuovere la creazione di posti di lavoro e garantire un'occupazione stabile in un approccio inclusivo e nel rispetto del codice del lavoro.

A cura di: PASPED

KOOM KOOM TV – 13-11-2021 – Presentazione dell’iniziativa di contratti di stage del progetto PLASEPRI/PASPED

Al via la seconda fase di stage PASPED per l’inserimento professionale di 900 giovani

Sono stati 1.530 i giovani formati coinvolti nella prima fase di opportunità di stage che si è conclusa il 30 novembre 2021 e che ha visto la partecipazione di 516 imprese delle 6 regioni di intervento del progetto PASPED, eseguito dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) di Dakar e finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Fondo Fiduciario per l’Urgenza in Africa. Dopo il buon risultato della prima fase, oggi si aprono i bandi regionali che permetteranno alle Agenzie Regionali di Sviluppo (ARD) di pre-selezionare circa 900 giovani formati nei più disparati settori di attività che avranno l’opportunità di essere inseriti nel tessuto imprenditoriale della propria regione per 9 mesi.

La prima fase di inserimento professionale PASPED ha dimostrato che sui 1.530 giovani inseriti circa 340 sono stati mantenuti dalle imprese e un buon numero ha colto l’occasione dello stage per avviare progetti imprenditoriali personali. In questa prospettiva, il lavoro che AICS Dakar sta portando avanti con le ARD è stato condiviso col Ministero per l’Impiego come esempio di dispositivo decentralizzato di messa in relazione tra domanda e offerta di lavoro che potrebbe essere complementare alla nuova strategia del Governo senegalese per la promozione dell’impiego dei giovani e delle donne diffusa nel giugno 2021.

In questo senso, la collaborazione bilaterale col Ministero dell’Impiego da parte di AICS Dakar sarà rinforzata nei prossimi anni proprio a partire da questa esperienza molto positiva nell’ambito del PASPED che globalmente consentirà di inserire circa 2.400 giovani formati nel corso di due anni di attività e di coinvolgere circa 750 imprese formali delle 6 regioni come beneficiarie di risorse umane qualificate. Il lavoro di AICS Dakar del prossimo futuro si concentrerà, inoltre, sulla promozione dell’idea che il lavoro debba essere formale, dignitoso e ben remunerato al fine di sostenere concretamente, attraverso una buona opportunità di impiego, i progetti di vita dei giovani e delle donne senegalesi.

A cura di Francesco Mele

« Investo in Senegal », un’opportunità tra Italia e Senegal. Dal 15 aprile lanciato un bando indirizzato alla diaspora senegalese

L’équipe coordinata da AMREF (CNA, CNA Fondazione ECIPA, IDOS, Associazione Le Réseau, LVIA, MODED, Réseau NDAARI, OEDS  Fondazione Punto.sud) in collaborazione con le istituzioni senegalesi in Italia (Consolati della Repubblica del Senegal di Milano e di Napoli), nell’ambito del progetto PASPED  (Projet de Contraste à la Migration irrégulière à travers le soutien au Secteur privé et à la Creation d’emploi au Sénégal) eseguito dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e finanziato dall’Unione europea (UE), ha lanciato il 15 aprile 2021 un bando per « valorizzare il contributo della diaspora senegalese in Europa e in particolare in Italia nell’individuazione e nel sostegno agli investimenti produttivi in Senegal ».

Un altro tassello di AICS dopo il Summit delle diaspore che mira a valorizzare il prezioso contributo delle comunità della diaspora in Italia nei processi di cooperazione e sviluppo.

Il lavoro sul settore privato e la creazione di opportunità di impiego portato avanti nel corso degli anni dalla sede AICS di Dakar vede realizzarsi un importante traguardo che ha consentito non solo di realizzare l’approccio multisakeholders fra istituzioni italiane e senegalesi attraverso il coinvolgimento della società civile e del settore privato dei due paesi, ma permetterà, soprattutto, a cittadine e  cittadini di origine senegalese in Italia e, più in generale in Europa, di valorizzare la propria esperienza migratoria personale e professionale costruendo o rinforzando progetti imprenditoriali nel proprio paese di origine attraverso attività puntuali di supporto tecnico e finanziario.

AICS Dakar saluta la preziosa collaborazione con il consorzio guidato da AMREF e con i rappresentanti delle istituzioni senegalesi per la realizzazione di questa importante attività che si è concretizzata nonostante tutte le limitazioni e difficoltà che il periodo storico impone.

Per maggiori informazioni: selezione.pasped@gmail.com

A cura di Francesco Mele

Vi(e)sible – A Dakar una mostra di AICS sul tema dell’inclusione sociale in collaborazione con il fotografo senegalese, Alun Be

Celestine è una giovane ragazza, appena adolescente, con la passione del canto. Osserva la sua foto con orgoglio. Al suo fianco la madre, i capelli raccolti in un foulard e lo sguardo fiero. “Se oggi sono quello che sono lo devo a mia mamma” dice e continua: “È lei che mi ha sempre motivato e spronato a non temere gli sguardi altrui”.

Celestine è una dei dieci protagonisti di “Vi(E)sible” un’esposizione fotografica promossa dalla sede AICS di Dakar. A realizzare gli scatti, Alun Be, fotografo della scena culturale senegalese, famoso per i suoi ritratti d’impatto.

Il progetto mira a promuovere l’inclusione sociale delle persone vulnerabili, in particolare le persone in situazione di handicap.

“Non esistono persone disabili. Esistono persone che hanno una disabilità” ha sottolineato il prefetto di Dakar, Jiibi Diallo, nel suo intervento al lancio ufficiale dell’esposizione, tenutosi lunedì 14 giugno 2021 presso il Centro di cultura italiano di Dakar.

Imparare ad avere uno sguardo nuovo, questo l’obiettivo della mostra, che non a caso è stata allestita all’aperto, sulla cornice della capitale senegalese. Qui, un via vai costante di persone e punto di passaggio che porta verso il centro città. Un luogo di incontro che oggi diventa il simbolo di una riflessione sulla normalità della diversità.

Seduto su una panchina, Lamanara, un ragazzo albino. Osserva da lontano il taglio del nastro che dà avvio alla mostra da parte delle autorità presenti tra cui l’Ambasciatore d’Italia in Senegal, Giovanni Umberto De vito, Aissatou Cissé, Consigliera speciale della Presidenza della Repubblica del Senegal e Alessandra Piermattei, Titolare della sede AICS di Dakar.

Seduto a fianco a lui il fratello maggiore, Ibrahima. Andiamo assieme a vedere la foto che lo ritrae, potente e pervasiva. La osserva per la prima volta, impressionato dalla forza che emana. “È importante che tutte le persone come Lamanara diventino visibili, al di là degli stereotipi” precisa Ibrahima. Partecipi, realizzati, visibili, come il titolo della mostra.

 “La società deve evolvere per fare in modo che la disabilità fisica o mentale non impedisca la possibilità di una vita realizzata in tutti i suoi aspetti” ha detto nel suo intervento Aissatou Cissé. “Ogni persona, che abbia o meno una disabilità, deve poter apportare il proprio contributo alla società, secondo le proprie possibilità. Il problema non sta nella disabilità ma in una società o in un pensiero comune incapaci ad includere tutte le persone, valorizzando le capacità di ciascuno” ha poi concluso.

Alla conferenza stampa anche il signor Manga, uno degli insegnanti di riferimento della lingua dei segni a Dakar, che ci tiene a sottolineare di come sia importante che la società crei le condizioni affinché tutti possano esprimersi al meglio.

La fotografia, mezzo di comunicazione potente ed efficace, ha dato un volto e una voce alle persone più vulnerabili permettendo loro di diventare potenziali attori di cambiamento nella revisione delle politiche pubbliche e nel processo per garantire un accesso equo ai servizi di base: salute, educazione, lavoro.

Le foto di Vi(e)sible vogliono andare oltre la compassione o il pietismo che spesso gravano sulle persone con disabilità. Queste foto lanciano un messaggio di rispetto della diversità, in tutte le sue forme, promuovendo una cultura dell’inclusione in cui ogni persona possa davvero poter esprimere se stessa e sviluppare le proprie capacità.

“Ne ho sentiti tanti di sguardi su di me. Troppi” racconta Celestine “E questi sguardi mi hanno ferita. Oggi però so che posso fare grandi cose. Mia madre mi ha insegnato a cantare e a non smettere di sognare. Quello che voglio fare ora è dare voce a tutte quelle ragazze e a quei ragazzi che ancora sono costretti a casa dalle loro famiglie che li isolano per paura della stigmatizzazione altrui. Questi ragazzi devono uscire, farsi vedere, farsi sentire, vivere. La mia foto è qui per dire a tutti che nulla è impossibile e io sono qui per farmi sentire, per vivere la mia vita al meglio, per far vedere che esisto, in tutta la mia bellezza, in tutta la mia splendida unicità”.

Vi(e)sible sarà aperta al pubblico fino al 4 agosto 2021.

A cura di Chiara Barison

Giornata mondiale dell’acqua: AICS si mobilita per la qualità dell’acqua del fiume Senegal

Il progetto WEFE-Senegal, cofinanziato da Commissione Europea e Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato congiuntamente dal Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea e da AICS, mira a sostenere l'OMVS (Organisation pour la Mise en Valeur du fleuve Sénégal) nello sviluppo di strategie sostenibili per lo sfruttamento delle risorse, in particolare tenendo conto del nexus tra acqua, agricoltura ed energia.

Tra le attività sostenute dal progetto, un'azione pilota per il monitoraggio della qualità delle acque di superficie del fiume Senegal è in corso in due paesi del bacino, Mali e Senegal. L'azione è guidata da OMVS e coordinata sul campo dalle Direzioni Tecniche dell'Acqua dei due paesi.

Diversi parametri sulla qualità dell'acqua sono stati identificati e sono in fase di analisi, tra cui sostanze microbiologiche e chimiche, pesticidi.

I risultati di questa azione aiuteranno OMVS e gli Stati del bacino fluviale a stabilire strategie appropriate per una gestione sostenibile delle acque del fiume, al fine di combinare i vari usi della risorsa idrica, tra cui la produzione agricola e zootecnica, la produzione di energia, l'approvvigionamento di acqua potabile per le popolazioni rivierasche e i grandi centri urbani, come Dakar e Nouakchott.

A cura di Pierluigi AGNELLI